La riforma della pubblica amministrazione sembra essere destinata ad imprimere un cambiamento epocale. Stando alle ultime dichiarazioni del Ministro Marianna Madia, infatti, pare che preveda addirittura uno stop degli incentivi automatici e, soprattutto, una vera e propria rivoluzione del posto fisso. Per il momento, si tratta solo di indiscrezioni che, però, se dovessero rivelarsi vere potrebbero scatenare non poche reazioni, soprattutto da parte di sindacati.
Riforma della pubblica amministrazione: ecco le prime indiscrezioni
Il Ministro Marianna Madia non ha dubbi: per riuscire ad arginare il debito pubblico è fondamentale porre fine ai cosiddetti ‘incentivi a pioggia’. Di per sé, questa è già una grande rivoluzione nell’ambito della pubblica amministrazione. L’altra grande rivoluzione riguarda, invece, il posto fisso che potrebbe diventare solo un ricordo. In buona sostanza, Marianna Madia vorrebbe mettere al bando gli aumenti di stipendio legati all’anzianità. Secondo lei, l’unico criterio oggettivo è quello legato alla resa sul lavoro. I premi e gli incentivi, quindi, dovranno andare solo a chi se li merita. A suo parere, il grande problema della pubblica amministrazione è legato all’inefficienza degli impiegati. Introducendo il meccanismo della valutazione e, soprattutto, dei premi, gli impiegati avranno uno stimolo in più per lavorare bene e produrre di più. Per il momento, si tratta solo di indiscrezioni ma pare proprio che a seguito dell’incontro tra i vertici sindacali ed il governo sia stato raggiunto un accordo in merito all’abolizione dei gli incentivi cosiddetti ‘a pioggia’.
La rivoluzione del posto fisso
Come anticipato, per il momento non si hanno informazioni certe in merito al testo della riforma. Ciò che traspare, però, è la volontà di rivoluzionare anche il posto fisso. Pare, infatti, che tutte le amministrazioni pubbliche ogni anno dovranno rendere noto al Ministero il numero effettivo delle cosiddette eccedenze di personale, tenendo conto esclusivamente delle esigenze della struttura e, soprattutto, della situazione economico-finanziaria. Nell’eventualità in cui dovessero risultare delle eccedenze, sarà necessario mettere in atto alcuni spostamenti entro 50 km dal luogo di provenienza. In alternativa, il personale in eccedenza potrebbe decidere di non lavorare e percepire comunque l’80% del proprio stipendio per due anni. Nei due anni, però, dovrà essere trovato un altro impiego pena il licenziamento.
Addio agli scatti di anzianità: in arrivo le valutazioni
Nel testo della riforma viene anche mandato in pensione il cosiddetto scatto di anzianità. In pratica, tale meccanismo verrebbe rimpiazzato dalle valutazioni. Gli aumenti di stipendio, pertanto, non potranno essere più legati all’anzianità del dipendente ma solo ed esclusivamente dalla valutazione data loro dai dirigenti. Ovviamente, gli eventuali aumenti dovranno essere calcolati tenendo conto della disponibilità economica dell’ente.